Martedì, 01 Gennaio 2008 00:00

La fragilità dell’urna

I recenti scavi a Narde, necropoli di Frattesina

Vasi e corredi funebri, costituiti da ornamenti in bronzo, oggetti in osso e in corno, perle in vetro ed ambra. Memorie ricavate dal sottosuolo del Polesine, presentate in una peculiare esposizione, allestita a Rovigo presso il Museo dei Grandi Fiumi. La Mostra “La fragilità dell’Urna” nasce con il patrocinio del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ed è realizzata in collaborazione con la Soprintendenza per i beni archeologici del Veneto, la Regione Veneto, la Provincia, il Comune di Rovigo ed il Consorzio di Bonifica Polesine Adige Canalbianco.

L’allestimento, nel prestigioso complesso del Monastero degli Olivetani, popone pezzi sicuramente interessanti, in grado di illustrare al pubblico le principali scoperte effettuate recentemente nella Necropoli di Narde (Fratta Polesine): materiali di significativo interesse per varietà e rarità, tutti inediti e restaurati. Si tratta della testimonianza del rinvenimento di oltre 200 sepolture risalenti all’età del bronzo e del ferro (XII-IX sec. a.C.), che vengono presentate a conclusione di un importante intervento di restauro.

Già da tempo il mondo scientifico ha riconosciuto l’importanza, a livello europeo, del villaggio di Frattesina nell’età del Bronzo finale, e le testimonianze emerse con l’ultimo scavo contribuiscono a definire ulteriormente il valore archeologico e culturale dell’insediamento. Fortuito (ma per gli addetti ai lavori non imprevisto) il ritrovamento, avvenuto durante lo scavo di un nuovo canale nella zona ad est del paese di Fratta Polesine. Nel corso dei lavori, primi a venire alla luce due grossi blocchi di pietra, che hanno rivelato la presenza di un significativo deposito archeologico.

All’immediato intervento della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto, il Consorzio di Bonifica Polesine Adige-Canalbianco di Rovigo, che stava eseguendo i lavori, ha dato ampie disponibilità finanziarie e di mezzi per rendere immediatamente possibile l’indagine archeologica, svoltasi tra l’autunno del 2004 e la primavera del 2005. Subito dopo la conclusione della campagna di scavi, durata sei mesi, è stato eseguito, in laboratorio, il restauro di buona parte dei reperti. Infine, grazie alla collaborazione di vari specialisti, si è dato inizio agli studi e alle analisi sui reperti archeologici, sui carboni, sui pollini, sulla fauna e sulle ossa degli inumati e dei cremati, i cui risultati sono presentati nel ricco apparato didattico e informativo che accompagna il visitatore lungo il percorso della mostra.

L’esposizione dall’accattivante titolo “La fragilità dell’urna”, si articola in due sezioni: la prima, denominata “Dallo scavo alla mostra”, presenta le diverse fasi della ricerca archeologica. La seconda sezione, intitolata “Dai reperti alla ricostruzione storica”, illustra il nucleo principale delle numerose sepolture rinvenute e le tematiche inerenti ad esse, quali: il rituale funerario e la composizione dei corredi maschili, femminili e infantili, le analisi antropologiche sui resti scheletrici e sulle materie prime per la fabbricazione degli ornamenti, la storia delle ricerche nelle necropoli e nel villaggio di Frattesina.

Ricordiamo che la Mostra resterà aperta al pubblico fino al 6 gennaio 2008 e sarà visitabile nell’ambito dei percorsi museali già attivi presso il Museo dei Grandi Fiumi. Curatori e responsabili scientifici dell’evento sono Luciano Salzani e Raffaele Peretto, con il coordinamento di Cecilia Colonna e la segreteria scientifica di Elena Masiero. Il progetto scenografico relativo all’allestimento è di Gabbris Ferrari, mentre Marcello Morresi ha curato il progetto esecutivo.

 

Pubblicato su "Ventaglio 90" n° 36 del gennaio 2008
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